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      Da Ferrara, dil vicedomino, di 12. Come de lì si aspectava sentir le cosse di Franza. Et el ducha di Milan non milanta e non vol ballar, sona chi se voglia e canta, et dice omnia probavit nihil.
     
      Item, il signor sta atonito, da poi fece la sententia li par esser venuto in odio di la Signoria nostra: li parloe di questo e li rispose esser dieci grandi errori in la sententia. Item, aricorda si mandi via quello inconsiderato spion di Zuam Alberto qual ha auctorità di orator et licentia de privato. Et che la nova dil cassar di don Ferante à dato a dir et li tristi dicono la Signoria à raxon a scansar la spexa poi che la non pol più, et che lui starà meglio qui col padre e non stenterà. Tamen esso don Ferante parla discretamente, dicendo li avanza pocho. Item, è nova fiorentini haver posto, in consejo, partito di trovar 6000 fiorini, non hanno potuto venzer; et quella cità esser confusa poi la sententia; et Paulo Vitelli lhoro capitano esser a Cità di castello venuto a la rota con fiorentini per el servito, et li dieno dar fiorini 20 milia, et par fiorentini seguino più el conte Ranuzo di Marzano, che à uno castello in Casentino. Item, Fracasso partì quella matina de lì ben contento, va in Cremonese a uno suo castello; et quel signor si havia interposto di acordarlo col ducha di Milan, con chi prima era.
     
      Referì sier Piero Duodo, venuto provedador di Pisa: prima haver pagato a 339 homeni d'arme la prima paga, et l'ultima a 310 in 313. Laudò [717] domino Zuam Gradenigo, fradello di sier Zuam Paulo che morite lì, havia 100 cavalli.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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