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      [211]Copia de la parte presa im pregadi;
      et la letera scripta per la Signoria al signor soldam,
      per el messo mandò al Chajaro Tangavardim,
      suo ambasador.
     
      1056 [sic], a dì 26 hotubrio, im pregadi.
     
      Havendo questo consejo inteso, per la relation hora fata, zercha i termene e stato si trovano i tratamenti, auti per i deputadi nostri con l'ambasador dil signor soldam di qui esistente, quali par si restrenzano in doe dificultà tantum: una, utrum dito ambasador debia lui partirse de qui, et ritornar al signor soldan con la risposta nostra, o ver restar et mandar el suo homo, come lui par ricercha et consegli; l'altra se, da poi che se haverà ottenuto dal signor soldam tute altre dimande, facte a la Signoria sua a preposito a le cosse nostre, el se dia mandar le nostre galie et nave, come si faceva per avanti, nel porto de Alexandria, o veramente esser a la condition di forestieri, soliti di tempo in tempo trazer con nave solamente; et perché, quanto a la prima, dicto ambasador, come è dito, rechiede la misiom del suo messo, sì per esser homo da conto et praticho, con el qual pensa, imo monstra, tenir per certo obtenirà piuj facilmente el tutto, che andando lui im persona; sì etiam che 'l vede, partendosse esso de qui senza conclusione diffinitiva, non solum sarà con manifesto pericolo de la vita sua, verum etiam con desconzo de le cosse nostre; a la segonda veramente del navegar, dicto ambasador aferma, tal muodo de trazer con nave solum, per non meter galie, inusitato da po' che la nation nostra praticha in quelli paesi, el signor suo non sia per acceptar; ma bem per far ogni chiareza et promisione in forma maraba, sottoscripta de sua mano propria, de ogni securtà et bona compagnia a dicte galie et nave, non volendo nec etiam sentir parolla, che le siano mandade a Bechieri nè im Porto Vechio; l'è al tutto neccessario risolversi, e non star piuj a questo modo, con intollerabel damno de' merchadanti nostri et summo beneficio de le nation externe; et perhò


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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