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      Et subito conferito co l'illustrissimo governador, signor Bortolo d'Alviano; qual, volonteroso, subito andò a Udene a far aviar certe artilarie, e voleno far facende, e andar prima a Cremons. E scrive li rispeti perchè, sì per asegurar la Patria, come perchè spera di breve otenirlo.
     
      [1508 04 08]A dì 8. Da poi disnar fo pregadi. Et, dicitur, fo chiamà, sì per lezer letere, come per revochar [389] l'hordine di tuor impresa, atento erano levati di Riva; tamen 0 feno. E fo leto queste letere:
     
      Di Milam, dil secretario. Zercha il mandar di le zente, justa le letere di provedadori e di la Signoria nostra, è stato col gran maistro; scrive non poter mandar, li bisogna per lui, et maxime fanti. Item, che prima diceva havia 19 milia fanti, se intende con X milia sguizari, teniva averli, li qual non potrà aver, si non li 4000 ave, qualli sono alozati im piasentina. Et altre particularità etc.
     
      Di Hongaria, dil secretario, date a Buda, di fevrer e marzo. 0 da conto. Di Bot Andreas, ban di la Croacia, è in guerra col conte palatino, et vol dar li soi castelli o a la Signoria o al turco. Item, il re non darà ajuto a Maximiano, nisi di 200 cavali al più, o ver zercha ducati 900, perchè tanta è la ubligation soa per la corona. Et altre nove di lì, ut in eis.
     
      Fo leto letere di Alla, dil provedador Emo; il sumario ho scripto di sopra.
     
      Di Cadore, di sier Zacaria Loredam, provedador. Di adunation di zente alemane a quelli lochi vicini, ut in litteris; et relatione etc.
     
      Di Feltre, di domino Antonio Pizamano, episcopo.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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