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      In l'alba fo comenzato a tirar, tanto che rupeno una parte de muro; et a le 13 hore introno in la terra la fantaria, et pressela. La rocha, che era fortissima, hessendo comenzata da le artelarie a basar, se rese a descrition del magnifico proveditore, el qual, spojadi, li ha donato la vita. Et in castello ha messo, per nome de la Signoria, domino Petro [420] Quirino per castelano; et etiam ha messo domino Meleagro da Furlì con la compagnia sua, con altri fanti del paese et bone artelarie; et disignato di fortificharla a modo de Italia, che sarà inexpugnabile. Ma merita esserli fatto ogni bona spexa, per esser nel mezo de la Patria, locho importantissimo et di grande utilità a la Signoria nostra, per esser ne li ochij da ogni canto dove se cavalcha. E tutto el nostro è segurato di qua da l'Isonzo, nè todeschi potrano più afermarssi in la Patria, per non haver reduto alcuno; perchè Belgrado et Pordenon, inteso questa presa, son certo porterano le chiave. A li quali lochi è stà mandato domino Paulo Crispo, per veder di haverla senza guerra, a ziò non vadi a sacho; quello sarà risposo, per altre sarai avisato. Se ha etiam preso 3 altri castelli picoli, che erano di todeschi. Tutto è andato a sacho, eceto quello di la rocha, in la qual è stà messo uno per compagnia, acciò pigliano per inventario il tutto, et poy sia distribuito a quelli fanti hanno ateso al combater et non a l'avadagno; che per mia fe' hanno fato, tutti questi fanti, da Orlando, et quello se contentavamo prender in zorni, havemo preso in horre.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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