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      Diseno aver remandà indriedo li duo sacri, et che non haveva menado le colobrine, segondo l'hordine haveva da esso proveditor. El qual proveditor Emo molto se incolorò con i ditti, digando. Havemo mandado questi poveri valentihomeni al mazelo, perchè era l'hordene con lhoro de bater le porte con le artelarie; et lhoro tenendoli in questo intervalo, quelli erano de là dovesseno passar et redurse a salvamento de qui; sì che nostri fonno mal tratadi et posti a uno gran pericolo. Poi esso proveditor fece de capo de mandar a dir a le artilarie dovesse esser ritornate, le qual erano zà condute lonzi. Et poi andasemo più a presso, et vedesemo venir li nostri seradi versso la Piera. Et comenzò esser a le mano con quelli di fuora de i nimici, i qualli quelli dentro non volseno azetar. Et li ditti se havevano reduto sotto le mure in forteza, et tutavia la Piera bombardando, che proprio pareva una charavela de Portogal, tanti colpi trazeva; et li nostri se feno sotto et comenzò a far una gran baruffa, tanto che preseno uno passo soto el monte, ch'è fra la Piera et la montagna, molto forte et aspro, che a pena potevano condurse. Ma la bataglia durò da hore 6 et piuj; tamen li capetanij nostri non volse bombardar, chè, sentendo bombardar, quelli erano de là non veniva, et seria stà a mal partido. Et lhoro aspetava se bombardase de qui, come era l'hordine; et dize certo cui li dava bataglia, se aveva certo la Piera, perchè quelli di là li haveva batuti fino a le mure, et morti assai di loro.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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