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      Non era provedimento, ni di pan nè di vin a quelli poveri fanti, i quali sono tornati mezi morti; mai fo visto una impresa con mancho ordine. Credo non hanno voluto far da seno.
     
     
      [436]Letera di Francesco Lando, data a Verona,
      a dì 16 april, narra il tutto.
     
      Vi ho scripto il successo dil levar le zente d'arme, e andar a la Preda, e brusar el Calian; e questo è il successo e la verità, benchè si dice a più modi. La verità si è, che in quella nocte, a dì 22 venendo il dì de Pasqua, fo il sabato di note, el signor capitanio, a una horra di note si levò con li vasconi e spagnoli, venuti la sera avanti, al numero de 3500, con 200 compagni di la terra de Roveredo, provisionati, et andò a traverso la montagna, di sopra la Preda, e si calorono ne la campagna del Caliano. Gli fanti erano lì fugino in la Preda, e fu posto focho in dicto loco del Caliam; e fu tanto fumo ne l'aere, ch'altri lì non si vedeva. El magnifico domino Zuan Diedo, con fanti 500 e 3 boche de artilarie, partite, a hore 4 giunse ananti la Preda dal canto dal Volan. A horra decima gionse lo illustrissimo signor capitanio general, domino Zuan Jacomo Triultio, et li clarissimi proveditori con li balestrieri, schiopetieri a cavalo, zente d'arme et stradioti, al numero de 2500, con dui pezi de artelaria, le quale furono tardi condute. E cussì stando, la Preda com grandissima furia comenzò a trar tante artelarie, che mai vedesti tante. Da Trento comenzò venir socorso di zente equestre et pedestre in squadroni; e lo illustrissimo signor conte fece ordinar le squadre.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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