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      Feceno li todeschi, insieme con lui signor, conseglio, ne erano etiam alguni italiani, zoè lombardi dentro, con homeni ancor dil paexe; et steteno per bon spatio, tandem el vene zoso. Et io, replicandoli che 'l me dovesse responder; tandem el se risolse, che se li fesse uno salvoconduto, de poter andara le parte di sopra liberamente; et che lui et le robbe [450] sue con le sue artelarie fusseno salve, che erano nel castello. Et cussì volse, uno suo cugnado, ch'à nome Christoforo Calapin, che se li fesse uno salvocondutto per lui, et per cinque altri, che erano in bando de le terre di la illustrissima Signoria; et che a tempo de pace, lui, et essi cinque, possino andar et star per tutte le terre di la illustrissima Signoria. Item, al capitanio de li todeschi se li fesse un altro salvocondutto, che con la compagnia sua l'andasse con Dio. Et cussì tandem tandem io li acceptai, et ficili immediate li salvicondutti, et li mandai a sottoscriver a li magnifici provedadori, li qual mai creteno facesse tal bona opera in ruinar tutti li sui capitoli et venir su queste cosse sole. In sto interim me calorono zoso de uno balcon 3 homeni per obstasi; et poi lui ussite fora per una porta falssa et andò a li magnifici provedadori a tocharli la man. Jo, havuti li salviconduti, et datili, tutti se fidorono di me; et non se possendo aprir la porta di la rocha, per el grande reparo haveano facto, fici far uno gran buso, sì che puti' intrar dentro et intrai. Fra tutti quelli todeschi, et altre zente, pensa come me ritrovava solo; tandem tutti me vedeteno come suo protetor, comenzando dal signor, come da suo cugnado Calapim sopra scrito.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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