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      Et cussì a dì ... partirà a Parenzo et lì aspeterà dicte zente, qualle tute questa matina per tempo leverano di qui. Et manda in quella nocte a levar i fanti a Duino, capo di qual sarà domino Lactantio da Bergamo, homo valentissimo et de optima experientia, cuor e governo, ita che spera haver victoria. Et questo locho è in mezo l'Histria per el qual se asecurerà tutta questa provintia. Il governador per terra, e il provedador zeneral con la galia, sono partiti a hore 22 et vanno a Gradischa. Item, mandano a l'arsenal le artellarie, sopra uno arsil e barbote, et la mazor parte de le munitione, che non bisogna, et di quelle zonte assai, che le barche tornano indriedo intacte.
     
      Letera dil dito, ivi, a dì XI, hore 12, ricevuta a dì 13 di note. Come è stato fin quella matina in porto, con li fanti inbarchati e le artillarie a ordine, aspetando li arsilij mandò a Duino per levar i altri fanti et andar a l'impresa de Pisino. Et vedendo venirli, volendo partirsi, have, a hore una, letera di sier Marco Loredan, che li mandò a dir, esser arivato lì uno citadino di Trieste, veniva di Lubiana, et li havea referito cosse assai de molta importantia, de forsi persone 8000, che erano redute a Postovia sotto diversi capi, da piedi et da cavallo, et con forsi [512] 100 carete de artelarie, tra le qual ne erano 5 bombarde grosse. Li qual tuti, come sarano reduti con quelli altri expectavano, erano per ordinar il suo exercito e venir in campagna a trovar el nostro, e non trovando contrasto, haveano pensier de andar verso Udene; dicendo poi, che le terre franche davano fiorini CC milia a la cesarea majestà a suo' favori, con altre particularità. Per le qual esso provedador dismontò in terra, e parlò al dicto, qual cognosce zà più zorni a Venetia per persona salda, real et fidel nostro, et era stato a Lubiana tutto el tempo di la presente guerra, per non esser tolto suspeto da' todeschi; e, inteso che Trieste era venuto soto la Signoria, era venuto molto contento a trovar suo padre.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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