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      Et diceva aver letere de la exelentissima Signoria de recomendation per li lochi de Levante; et che la sanctità del pappa havea mandato a questo servicio e accordo cum li prefati re. Volse la fortuna che 'l trovò qui quel francese, era stà schiavo in Turchia et qui fuzito; qual, inteso la auctorità hano dicti frati in sti paesi, per esser stà 12 anni senza confession, se confessò a lui. Et havendo inteso il frate li andamenti, et questo di sopra ho trovato di Sophì, molto si alegrò, dicendo questa esser occasion mirabile a mover, a questi tempi, christiani cum infideli; et che 'l voleva scriver di tal cossa a quelli exellentissimi re. Et che li parse, che io havesse molta instructione, sì del Sophì come del paese, me pregò che scrivesse a la sanctità del pappa, che 'l porteria lui la letera. Dissi, lui esser assai sufficiente et apto ad exponer alhora il tutto. De che dico, che revera mai non potria esser mazor importunità ad debellar infideli, de quel è al presente; perchè Sophì da una parte, et christiani da l'altra, li metteria in difficultà grande. Ma non posso pensar, quelli exellentissimi re voglian tuor tanta impresa. Ben è stà dicto da alcuni esser letere dal Cairo, che dicono lo exellentissimo re de Spagna esser passato a Tunis cum grandissima armata; tamen nè questo credo, sì per molti respecti non dico, come per non esser tal [533] accordo et fede tra li potenti christiani, che possino lassar i suo' paesi et attender ad questi. Tamen, se 'l paresse a la magnificentia vostra, che il potesseno far et fesse, sia contento che la santità dil pappa, et tutti li altri exellentissimi re et principi christiani, che conspirasse a tal sanctissima impresa, havesseno copia de quanto fidelmente et cum verità ho narrato de Sophì, significando a la magnificentia vostra, che quasi me è venuto voglia de andar nel suo campo cum fiction de andar in Persia, per causa de mercadantia, perchè nostri famegli de Allepo ne sono stati, et ègli stà facto bona compagnia.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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