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      Per la gratia de Dio tuti siamo salvi. Jo mi son reducto nel borgo, asai presso la porta, in uno orto del monestier di San Pollo, con una vella et uno moscheto et le mie robe, per terrore, a la chiesia; ancora non so, come, nè dove redurmi. L'è morti molti gentilhomeni, donne et persone da conto, et, tra li altri, Enea, canzelier grando. Aspectemo de horra in horra missier Alvixe Rimondo, duca, il vegnirà ad una bella consolatione et miseria. Ho invidia a missier Hironimo Donato, che presto ussirà di questi travagli. Se 'l non sarà facto in locho mio, pregovi solicitate se fazi, che una horra mille anni mi pare a ussir di questi travagli et oscurità. Se Dio, per li mei peccati, permetesse un altro poco de simel accidenti, non ge resteria preda sopra preda. La torre de San Marcho è tutta schantinata et aperta; la porta maistra de piaza, che ense al borgo, per lo simile, et quella del muolo. Li campanieli et chiesie, le mure de la terra, nove et vechie, fin qui non han male. Non se sente altro dì et note che cridori et lamenti, processione, con cridi al ciello, di femene, puti et populo. Pam ni altro si trova a vender, che tutti fuzeno, le robe sue cerchan recuperar. Questi pochi soldati, tal quali sono, mi à forzo far star dì e notte a le guardie; et ho scrito et comandato a tutti li feudati, che con li cavali et famegli se reducano, se no intro, saltem a presso la terra, per poterli haver presti ad ogni bisogno et occorentia. Il borgo à ben hauto gran danno, ma non tanto quanto la terra; tamen nium se affidano star a coperto, per esser tutti conquassati.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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