Item, che il re fa potentissimo exercito di 2000 lanze et 17 milia fanti, per esser in Italia a questa Pasqua; si dice lo fa, parte per acompagnar il re di romani a Roma a tuor la corona, justa la promessa, parte per asecurar il stato suo, e per guarda di soa majestà, che vien a Milan; altri dicono contra la Signoria nostra, et altri contra il turco. Et esser letere, di 20, di l'orator nostro, da Bles, a esso secretario, qual li scrive, scriva al compare, suozero dil Gusoni, che stia ben in ordine da tute hore, con ogni diligentia e vigilantia, perchè cussì è neccessario, perchè questi insurrexerunt in me con gran querella, per l'abazia di Ceredo, et esser stà cazà li monaci e posto fanti, e reduta quella a forteza, contra li pati antiqui di la Signoria e li duchi di Milano; et il re à scrito a missier Zuan Jacomo e missier Zufre' Carlo, agravando questa cossa. Item, che monsignor di la Peliza, è a Milan, havia deposto quel capetanio era in Toresele sora Po, ch'è castello dil quondam Cecho Simoneta, zoè di fioli, el qual stava lì, a veder non si trazesse grassa per Venetia di le terre dil re, e feva molte extrusion a' nostri. Et li rectori di Cremona scrisseno a Milan, dolendossi di questo; e hora è provisto.
     
      Noto. A dì 23 zener, in quarantia criminal, per il piedar di avogadori, sier Marin Justinian, sier Daniel Renier, avogadori, fo expedito uno Batista di Verzei, qual medichava, et in bancho montava, per certo manchamento fato. Fu preso il procieder, e condanà 2 anni in la presom Forte, e poi sia bandizà de terra e lochi etc., con taja etc., et hoc totiens quotiens, e torni al bando.