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      Questo diede la facoltà di publicarle a chi offerí di piú cavarne, senza risguardo della qualità delle persone, anzi cosí sordidamente, che nissuna persona mediocre poté contrattar con lui, ma solo trovò ministri simili a sé, non con altra mira che di cavar danari.
      Era costume nella Sassonia che quando dalli pontefici si mandavano l'indulgenze, erano adoperati li frati dell'ordine degli eremitani per publicarle. A questi non volsero inviarsi li questori ministri dell'Aremboldo, come a quelli che, soliti maneggiare simili merci, potevano aver maniera di trarne occultamente frutto per loro, e da quali anco, come usati a questo ufficio, non aspettavano cosa straordinaria e che li potesse fruttare piú del solito; ma s'inviarono alli frati dell'ordine di san Domenico. Da questi, nel publicar l'indulgenze, furono dette molte novità che diedero scandalo, mentre essi volevano amplificare il valore piú del solito. Si aggionse la cattiva vita delli questori, i quali nelle taverne et altrove, in giuochi et altre cose piú da tacere, spendevano quello che il popolo risparmiava dal suo vivere necessario per acquistar le indulgenze.
     
     
      [Le indulgenze contese da Lutero]
     
      Dalle quali cose eccitato Martino Lutero, frate dell'ordine degli eremitani, li portò a parlar contra essi questori; prima riprendendo solamente i nuovi eccessivi abusi, poi, provocato da loro, incominciò a studiare questa materia, volendo vedere i fondamenti e le radici dell'indulgenza; li quali essaminati, passando dagli abusi nuovi alli vecchi e dalla fabrica alli fondamenti, diede fuora 95 conclusioni in questa materia, le quali furono proposte da esser disputate in Vitemberga; né comparendo alcuno contra di lui, se ben viste e lette, non furono da alcuno oppugnate in conferenza vocale, ma ben frate Giovanni Thecel, dell'ordine di san Domenico, ne propose altre contrarie a quelle in Francfort di Brandeburg.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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