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      [La dieta risponde a' capi della proposta del noncio]
     
      Fece la dieta risposta al noncio in iscritto, dicendo d'aver letto con reverenza il breve del pontefice e l'istruzzione presentata nel negozio della fazzione luterana, e render grazie a Dio della assonzione di Sua Beatitudine al pontificato, pregandole dalla Maestà divina ogni felicità. E (dopo aver detto quello che occorreva circa la concordia tra prencipi cristiani e la guerra contra turchi) quanto alla domanda d'esseguire la sentenza promulgata contra Lutero e l'editto di Vormes, risposero essere paratissimi ad impiegar ogni loro potere per estirpare gli errori, ma aver tralasciato d'esseguir la sentenza e l'editto per grandissime et urgentissime cause: imperoché la maggior parte del popolo era persuasa da libri di Lutero che la corte romana avesse inferiti molti gravami alla nazione germanica; onde se si fosse fatta alcuna cosa per l'essecuzione della sentenza, la moltitudine sarebbe entrata in sospetto che si facesse per sostentare e mantenere gli abusi e l'impietà, e ne sarebbono nati tumulti populari con pericolo di guerre civili. Per tanto esser di bisogno in simili difficoltà di rimedii piú opportuni, particolarmente confessando esso noncio, per nome del pontefice, che questi mali venivano per li peccati degli uomini e promettendo la riforma della corte romana: gli abusi della quale, se non fossero emendati e levati i gravami e riformati alcuni articoli, che i prencipi secolari darebbono in iscritto, non era possibile metter pace tra gli ecclesiastici e secolari, né estirpar i presenti tumulti.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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