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      Di che non solo irritato il pontefice, ma ancora per prevenire, publicò un severo monitorio contra quel cardinale, citandolo a Roma sotto gravissime pene e censure, nel qual anco toccava manifestamente il vicerè di Napoli et obliquamente l'imperatore. Ma non passando prosperamente la mossa d'arme in Lombardia, e differendo a comparir l'essercito del re di Francia, et insieme essendo successa in Ongaria la sconfitta del essercito cristiano e la morte del re Ludovico, e moltiplicando tuttavia in Germania il numero di quelli che seguivano la dottrina di Lutero e ricchiedendo tutti un concilio che conciliasse una pace universale tra' cristiani e mettesse fine a' tanti disordini [..]
     
     
      [Il papa per forza dà qualche assentimento al concilio]
     
      Il papa, avendo prima composte le cose coi Colonnesi et abolito il monitorio publicato contra il cardinale, congregato il consistorio il dí 13 settembre, con longhissimo discorso commiserò le miserie della cristianità, deplorò la morte del re d'Ongaria et attribuí ogni infortunio all'ira divina eccitata per i peccati, confessando che tutti avevano origine dalla deformazione dell'ordine ecclesiastico; monstrò come era necessario per placarla incomminciare (cosí disse) dalla casa di Dio, al che voler dar lui essempio nella propria persona; scusò la mossa delle armi et il processo contra i Colonna, essortò i cardinali all'emendazione de' costumi; disse che voleva andar in persona a tutti i prencipi per maneggiar una pace universale, risoluto piú tosto di lasciar la vita che cessar da questa impresa sin che non l'avesse condotta ad effetto, avendo nondimeno ferma speranza nell'aiuto di Dio di vederne la conclusione: la qual ottenuta, era risoluto di celebrar il concilio generale per estinguer anco la divisione nella Chiesa e sopir l'eresie.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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