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      Di che avendo scritto al pontefice e datogli conto, la Santità Sua lo ringraziò che avesse vietato il convento di Spira, e lo pregò a differir di parlar di concilio a tempo piú opportuno. Et egli, per compiacer alla Santità Sua, tenne piú conto di sodisfarlo, che delle preci della Germania tanto necessarie; e con tutto ciò il papa gli scriveva ora lettere piene di querele et imputazioni, dimandandogli anco cose che non poteva con giustizia e con sicurtà sua concedere; delle quali lettere manda loro la copia, avendo voluto significargli il tutto, acciò che sovvengano alla cristianità cadente e si adoprino a divertir il pontefice da cosí perniciosa deliberazione; nella quale se persevererà immobile, lo essortino alla convocazione del concilio; a che quando non voglia condescendere, secondo l'ordine della legge, ricerca Loro Paternità Reverendissime et il sacro collegio che, negando o differendo il pontefice la convocazione, debbiano convocarlo esse, servato il debito ordine. Perché se esse negheranno di concedergli questa giusta dimanda o differiranno piú di quello che sia conveniente, egli provederà con l'autorità imperiale, usando i rimedii giusti et opportuni. Fu presentata questa lettera a 12 di decembre nel consistorio et insieme, anco nel medesimo luogo, fu presentato al pontefice un duplicato della lettera che fu consegnata al noncio in Granata.
      Furono immediate stampate in diversi luoghi di Germania, Spagna et Italia tutte queste lettere e n'andarono per mano degli uomini molti essemplari.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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