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      Ma il papa, cosí per esser stanco da' travagli, come anco perché restando i collegati superiori, averebbono mantenuto la libertà di Fiorenza, il governo della quale egli piú desiderava di ricuperare che di vendicarsi delle ingiurie ricevute de Carlo, fece risoluta deliberazione di non esser contrario, anzi di congiongersi con lui la prima occasione per ricuperar Fiorenza. La quale certo era che, se il re di Francia et i veneziani fossero restati superiori in Italia, averebbero voluto mantener in libertà; tenendo nondimeno questo per allora nel petto suo, si scusò che per la povertà et impotenza sua sarebbe stato di gravezza e non di giovamento a' collegati, e che la privazione dell'imperatore sollevarebbe la Germania per gelosia che non pretendesse di applicar a sé l'autorità di crear l'imperatore. La qual risposta, accorgendosi che da' collegati era penetrato dove mirava, come era eccellente in coprir i suoi dissegni, faceva ogni dimonstrazione d'aver deposto tutti i pensieri delle cose temporali; fece per molti mezi intendere a' fiorentini esser alienissimo dal pensiero d'intromettersi nel loro governo, solamente desiderare che lo riconoscessero come pontefice e non piú di quanto facevano gli altri prencipi cristiani; che non perseguitassero i suoi nelle cose loro private; si contentassero che nelle fabriche di suoi maggiori vi fossero l'insegne loro; d'altro non parlava che della riforma della Chiesa e di ridur i luterani, che era risoluto andar in Germania in persona e dar tal essempio che tutti si sarebbono convertiti.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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