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      [Il decreto è contradetto da molti prencipi insieme con molte città, che prendono nome di protestanti]
     
      A questo decreto s'opposero l'elettor di Sassonia e cinque altri prencipi, dicendo che non conveniva partirsi dal decreto fatto nell'anterior dieta, nella quale fu concesso a ciascuno la propria religione sino al concilio, il qual decreto, essendo fatto di commun consenso di tutti, non si poteva, se non con commun consenso, mutare. Che nella dieta di Norimberga fu molto chiaramente veduta l'origine e causa delle dissensioni, et il medesimo pontefice la confessò, al quale furono mandate le dimande et esplicati i 100 gravami; né per questo si era veduta alcuna emendazione. Che in tutte le deliberazioni sempre era stato concluso non esser via piú espediente per levar le controversie che il concilio. Quale mentre s'aspetta, l'accettar il decreto fatto da loro sarebbe un negar la parola di Dio pura e monda, et il conceder la messa rinovar gli disordini. Che lodavano ben quella particola di predicar l'Evangelio secondo l'interpretazioni approvate dalla Chiesa, ma però restava in dubio qual fosse la vera Chiesa. Che il stabilir un decreto cosí oscuro era aprir la strada a molte turbe e controversie, e che però in nissun modo volevano assentir al decreto, e del suo parer n'averebbono dato conto a tutti et a Cesare ancora. E mentre che si darà principio ad un concilio generale di tutta la cristianità, overo nazionale di Germania, non faranno cosa che con ragione possi essere reprobata.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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