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      E Cornelio Scopero, secretario dell'imperatore, disse che se i predicatori protestanti avessero danari, facilmente comprarebbono dagli italiani qual religione piú gli piacesse, ma senza oro non potevano sperare che la loro potesse rilucere nel mondo.
     
     
      [Cesare, seguendo il parer del legato, fa rifiutar detta confessione]
     
      Cesare, conforme al conseglio del legato, approvato da' conseglieri proprii ancora, desideroso di componer il tutto con la negoziazione, cercò prima di separar gli ambasciatori delle città dalla congionzione con i prencipi; il che non essendo riuscito, fece far una confutazione della scrittura de' protestanti et una altra a parte di quella che produssero le città, e convocata tutta la dieta, disse a' protestanti d'aver considerato la confessione presentatagli e dato ordine ad alcuni pii et eruditi di doverne far il loro giudicio; e qui fece legger una confutazione d'essa, nella quale, tassate molte delle opinioni loro, nel fine si confessava nella Chiesa romana esser alcune cose che meritavano emendazione, alle quali Cesare prometteva che sarebbe proveduto; e però dovessero i protestanti rimettersi a lui e ritornar alla Chiesa, certificandoli che ottenerebbono ogni loro giusta dimanda; ma altrimenti facendo, egli non mancarebbe di mostrarsi protettore e defensore di quella.
      I prencipi protestanti s'offerirono pronti per far tutto quello che si poteva, salva la conscienzia, e se con la Scrittura divina in mano gli fosse mostrato esser qualche errore nella loro dottrina, di correggerlo, o se vi fosse bisogno di maggiore dichiarazione, dicchiararla.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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