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      Questa azzione del re fu variamente sentita: altri la riputavano prudente, che si fosse liberato dalla soggezzione romana senza nissuna novità nelle cose di religione e senza metter in pericolo di sedizione i suoi popoli e senza rimettersi al concilio, cosa che si vedeva difficile da poter effettuare e pericolosa anco a lui, non sapendosi vedere come un concilio composto di persone ecclesiastiche non fosse sempre per sostentare la potenzia pontificia, essendo quella il sostentamento dell'ordine loro; poiché quello, col pontificato, è sopraposto ad ogni re et imperatore, che senza quello bisogna che resti soggetto, non essendovi altro ecclesiastico che abbia principato con superiorità, se non il pontefice romano. Ma la corte romana difendeva che non si poteva dire non esser fatta mutazione nella religione, essendo mutato il primo e principale articolo romano, che è la superiorità del pontifice, e dover nascere le medesime sedizioni per questo solo che per tutti gli altri. Il che anco l'evento comprobò, essendo stato necessitato il re, per conservazione dell'editto suo, di proceder ad essecuzioni severe contra persone del suo regno, amate e stimate da lui. Non si può esplicar il dispiacer sentito in Roma e da tutto l'ordine ecclesiastico per l'alienazione d'un tanto regno dalla soggezzione pontificia, e diede materia per far conoscer la imbecillità delle cose umane, nelle quali il piú delle volte s'incorre in estremi detrimenti, donde furono prima ricevuti supremi beneficii. Imperoché per le dispense matrimoniali e per le sentenze di divorzio, cosí concesse, come negate, il pontificato romano in tempi passati ha molto acquistato, facendo ombra col nome di vicario di Cristo a' prencipi, a' quali metteva conto con qualche matrimonio incesto, o col discioglier uno per contraerne un altro, unir al suo qualche altro prencipato, o sopire raggioni di diversi pretendenti, restringendosi per ciò con loro et interessando la loro potestà a defender quell'autorità, senza la quale le azzioni loro sarebbono state dannate et impedite; anzi, interessando non quei prencipi soli, ma tutta la posterità loro per sostentamento della legitimità de' suoi natali: se ben forsi l'infortunio nato quella volta si potrebbe ascriver alla precipitazione di Clemente, che non seppe maneggiar in questo caso la sua autorità, e che, se a Dio fosse piacciuto lasciarli in questo fatto l'uso della solita prudenza, poteva far grand'acquisto, dove fece molta perdita.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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