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      Perché, duranti le discordie, non sarebbe nissun buon effetto, e meno in questo tempo presente, essendo i luterani in arme et insuperbiti per la vittoria di Vittemberg.
      Ma fu necessario metter in silenzio li raggionamenti del concilio col pontefice, perché egli cadette in una infermità longa e mortale, della quale anco in fine di settembre passò ad altra vita, con allegrezza non mediocre della corte. La quale, se ben ammirava le virtú di quello, che erano una gravità naturale et essemplare parsimonia e dissimulazione, odiava però maggiormente l'avarizia, durezza e crudeltà, accresciute o manifestate piú del solito, doppo che restò dall'infermità oppresso.
     
     
      [È fatto capitolo in conclave intorno alla convocazione del concilio]
     
      Nelle vacanze della Sede è costume de' cardinali comporre una modula di capitoli per reforma del governo pontificio, la quale tutti giurano servare, se saranno assonti al pontificato, quantunque per tutti gli essempii passati si è veduto che ciascuno giura con animo di non servargli, se sarà papa; e subito creato dice non aver potuto obligarsi, e coll'acquisto del pontificato esserne sciolto. Morto Clemente, secondo il costume, furono ordinati gli capitoli, fra quali uno fu che il futuro papa fosse tenuto in termine d'un anno convocare il concilio. Ma i capitoli non potero esser stabiliti e giurati, perché quel medesimo giorno de' 12 ottobre, nel quale fu serrato il conclave, sprovistamente fu creato pontefice il cardinal Farnese, chiamato prima nella creazione Onorio V, e poi nella coronazione Paolo III, prelato ornato di buone qualità, e che, tra tutte le sue virtú, di nissuna faceva maggior stima che della dissimulazione.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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