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      Deputò anco tre cardinali che considerassero sopra il tempo e luogo et altri particolari, con ordine che, fatta la coronazione, nel primo consistorio dovessero andare col loro parere. E per incomminciare a far nascere le contradizzioni, delle quali potesse servirsi alle occasioni, soggionse che sicome nel concilio s'averebbe riformato l'ordine ecclesiastico, cosí non era conveniente che vi fosse bisogno di riformar i cardinali, anzi era necessario che essi comminciassero allora a riformarsi, per essere sua deliberata volontà di cavare frutto dal concilio, i precetti del quale sarebbono di poco vigore, se ne' cardinali non si vedessero prima gli effetti.
      Secondo il costume che ne' primi giorni i cardinali, massime grandi, ottengono dal nuovo pontefice facilmente grazie, il cardinal di Lorena et altri francesi, per nome ancora del re, gli domandarono che concedesse al duca di Lorena la nominazione de' vescovati et abbazie del suo dominio: la qual cosa s'intendeva anco che era per domandar la republica di Venezia de' suoi. Rispose il pontefice che nel concilio, qual in breve doveva celebrare, era necessario levare tal facoltà di nominazione a quei prencipi che l'avevano, non senza nota de' pontefici precessori suoi, che le hanno concesse. Perilché non era cosa raggionevole accrescer il cumulo delli errori e conceder allora cosa che era certo dover esser rivocata fra poco tempo con poco onore.
      Nel primo consistorio, che fu alli 12 novembre, tornò a raggionare del concilio e disse esser necessario inanzi ad ogni altra cosa ottener un'unione de' prencipi cristiani, o veramente una sicurezza che, per il tempo che durerà il concilio, non si moveranno le arme.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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