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      Dall'altro canto il papa, il pensiero del quale tutto era volto a far cadere quello Stato in un italiano, e perciò proponeva la guerra di Germania non tanto per oppressione de' luterani (come publicamente diceva), ma anco per divertir Cesare dall'occupare Milano, che era il fine suo principale, se ben segreto, replicava che piú facilmente egli co' veneziani, usando le arme e le prattiche insieme, averebbe fatto desistere il re, quando Sua Maestà Cesarea non si fusse intromessa.
     
     
      [Cesare finge approvare, ma in prima richiede concilio]
     
      Ma l'imperatore, penetrato l'interno del papa, con altrotanta dissimulazione si mostrò persuaso et inclinato alla guerra di Germania, dicendo però che, per non aver tutto 'l mondo contra, conveniva giustificare ben la causa, e col intimar il concilio mostrar che avesse tentato prima ogni altro mezo. Il pontefice non aveva discaro che, dovendo finalmente intimarlo, ciò si facesse nel tempo, quando, per aver il re di Francia occupata già la Savoia et il Piemonte, l'Italia tutta era per ardere di guerra: onde se gli dava apparentissimo pretesto per circondar il concilio di arme, sotto colore di custodia e protezzione. Si mostrò contento, purché fossero statuite condizioni che non derogassero all'autorità e riputazione della Sede apostolica. L'imperatore, che per la vittoria ottenuta in Africa aveva l'animo molto elevato e pieno di vasti pensieri, riputava di dover in 2 anni almeno vincer la guerra di Lombardia e, serrato il re di Francia di là da' monti, attendere alle cose di Germania senza altro impedimento.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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