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      Passarono ad allegare le cose per le quali non conveniva che il pontefice fosse giudice nel concilio, né meno quelli che gli sono obligati con giuramento. E quanto al luogo destinato, oltre che è contra i decreti delle diete imperiali, con nissuna sicurezza potrebbono andarci senza pericolo. Imperoché avendo il pontefice aderenti per tutta Italia, che portano acerbo odio alla dottrina de' protestanti, gran pericolo vi è d'insidie et occulti consegli; oltra che, dovendo andar in persona molti dottori e ministri, non essendo conveniente trattare cosa di tanta importanza per procuratori, sarebbe un lasciare le chiese desolate. E come possono consentire nel giudicio del papa, che non ha altro fine se non d'estirpare la dottrina loro, che egli chiama eresia, e non si può contenere di dirlo in tutte le bolle sue, eziandio in quella dove intima il concilio, e nella bolla che fece simulando di volere riformare la corte romana espressamente ha detto d'aver convocato il concilio per estirpare l'eresia luterana; e ne fa dimostrazione con effetto, incrudelendo con tormenti e supplicii contra i miseri innocenti che per loro conscienza seguono quella religione? E come potranno accusare il pontefice et i suoi aderenti, quando egli voglia essere giudice? E l'approvar il suo breve non esser altro che consentire nel suo giudicio. E però aver domandato sempre un concilio libero e cristiano, non tanto perché ogni uno possa parlare liberamente, e vi siano esclusi i turchi et infideli, ma perché quelli che sono collegati insieme con giuramenti et altri patti non siano giudici, e perché la parola di Dio sia presidente e definisca tutte le controversie.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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