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      Allegarono le cause perché non conveniva che il pontefice solo, né meno insieme con i suoi, fusse giudice; portarono essempii di molti concilii ricusati da diversi de' santi padri; implorarono in fine a loro difesa tutti i prencipi, offerendosi che se in alcun tempo si congregherà un concilio legitimo, difenderanno in quello la sua causa e daranno conto delle proprie azzioni. Mandarono anco un ambasciatore espresso al re di Francia per dargli conto particolare delle medesime cose, il qual anco rispose che quanto al concilio era del medesimo parere di loro, di non approvarlo se non legitimo et in luogo sicuro, offerendo anco in questo l'istessa volontà del re di Scozia, suo genero.
     
     
      [Il duca di Mantova propuone condizioni per accettare il concilio nella sua città. Il concilio è sospeso]
     
      Il duca di Mantova concesse la sua città per far il concilio in gratificazione del pontefice, senza pensar piú oltre, giudicando, conforme all'opinione commune, che non si potrebbe effettuare, essendo la guerra in piedi tra Cesare et il re di Francia, e repugnante la Germania, per la quale il concilio si faceva. Ma veduta l'intimazione, comminciò a pensare come assicurarebbe la città, e mandò a proponer al papa che dovendosi introdurre uno sí gran numero di persone, quali sarebbono convenute al concilio, era necessaria una grossa guarnigione, la qual egli non voleva dependente da altri e non aveva da mantenerla del suo: perilché era necessario, che volendo Sua Santità celebrar il concilio in quella città, gli somministrasse danari per il pagamento de' soldati.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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