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      I catolici subito presero il ponto; et assentendo a quello che gli altri proponevano, inserivano che conveniva aver per approvate tutte le cose in quella dieta passate et aver per fermo e stabilito il decreto nel recesso promulgato, e portar inanzi la forma di riconciliazione in quella dieta incomminciata. I protestanti, conoscendo il disavantaggio loro proseguendo in quella forma et il pregiudicio che gli averebbe inferito quel decreto, instavano per una nuova forma, rimessi tutti i pregiudicii. Dall'altro canto i catolici, dovendosi rimuovere ogni pregiudicio, domandavano che fossero anco da' protestanti purgati gli attentati e fossero restituiti i beni delle chiese occupati. Replicarono i protestanti: i beni non esser stati occupati, ma con la rinovazione della buona dottrina riapplicati a quei usi legitimi et onesti, a' quali furono destinati nella prima instituzione, dalla quale avevano gli ecclesiastici degenerato; e però essere necessario prima decidere i ponti della dottrina che parlare de' beni; e crescendo le contenzioni, Ferdinando concluse che s'instituisse una nuova forma non pregiudiciale ad alcuno e trattassero i dottori d'ambe le parti in numero pari e fosse lecito al pontefice mandarvi suoi noncii, et il colloquio fosse rimesso a principiarsi in Vormazia il 28 d'ottobre seguente, sotto il beneplacito di Cesare. Accettarono il decreto i protestanti, dichiarando che, quanto all'intervenire noncii, non repugnavano, ma ben non intendevano che fosse per ciò attribuito alcuno primato al papa, né autorità a loro.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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