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      A questa risposta de' catolici diede occasione non solo il parer a loro che la proposta di Cesare fosse molto avvantaggiosa per i protestanti, ma ancora perché i tre dottori catolici del colloquio erano entrati in differenza tra loro.
     
     
      [Il Contarini vuole ch'el tutto si rimetta al papa e contradice ad ogni concilio nazionale]
     
      Ma il legato, inteso come Cesare l'aveva nominato per consenziente allo stabilimento delle cose concordate, cosí per proprio timore, come spinto dalle instanze degli ecclesiastici della dieta, andò a Cesare e si querelò che fosse stata mal interpretata la sua risposta e che fosse incolpato d'aver consentito che le cose concordate si tolerassero sino al concilio; che la mente sua era stata che non si risolvesse cosa alcuna, ma ogni cosa si mandasse al papa: il qual prometteva in fede di buon pastore et universale pontefice di fare che il tutto fosse determinato per un concilio generale o per altra via equivalente con sincerità e senza nissun affetto umano; non con precipizio, ma maturamente, avendo sempre mira al servizio di Dio. Sí come la Santità Sua nel principio del pontificato per questo medesimo fine aveva mandate lettere e noncii a' prencipi per celebrar il concilio, e poi intimatolo e mandato al luogo i suoi legati; e che se aveva sopportato che in Germania tante volte s'avesse parlato delle cose della religione con poca riverenzia dell'autorità sua, alla quale sola aspetta trattarle, l'aveva fatto per essergli dalla Maestà Sua data intenzione e promesso che ciò si faceva per bene: esser cosa contra ogni ragione volere la Germania, con ingiuria della Sede apostolica, assumersi quello che è di tutte le nazioni cristiane.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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