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      Perilché per l'autorità del Padre, Figliuolo e Spirito Santo e degli apostoli Pietro e Paolo, la qual esso essercita in terra, col conseglio e consenso de' cardinali, levata qualonque sospensione, intima il sacro ecumenico e generale concilio in quella città, luogo commodo e libero et opportuno a tutte le nazioni, da essere principiato al primo di quel mese, proseguito e terminato; chiamando tutti i patriarchi, arcivescovi, vescovi, abbati, e tutti quelli che per legge o privilegio hanno voto ne' concilii generali, e commandandogli in virtú del giuramento prestato a lui et alla Sede apostolica e per santa ubedienzia, e sotto le pene della legge e consuetudine contra gli inobedienti, che debbiano ritrovarvisi; e se saranno impediti, fare fede dell'impedimento, o mandare procuratori; pregando l'imperatore, il re cristianissimo e gli altri re, duchi e prencipi d'intervenirvi, o, essendo impediti, mandar ambasciatori uomini di gravità et autorità, e fare venire da' suoi regni e provincie i vescovi e prelati: desiderando questo piú da' prelati e prencipi di Germania, per causa de' quali il concilio è intimato nella città desiderata da loro, accioché si possan trattare le cose spettanti alla verità della religione cristiana, alla correzione de' costumi et alla pace e concordia de' popoli e prencipi cristiani, et all'oppressione de' barbari et infideli.
     
     
      [Guerra tra Cesare e 'l re di Francia]
     
      Fu mandata da Roma immediate la bolla a tutti i prencipi, la quale poco opportunamente uscí. Perché nel mese di luglio il re Francesco di Francia, denonciata la guerra a Cesare con parole atroci, e publicata ancora con un libro mandato fuora, la mosse tutto in un tempo in Brabanzia, Lucemburgo, Ronciglione, Piemonte et in Artois.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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