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      La dieta ebbe fine senza conclusione, e don Diego tornò all'ambasciaria sua a Venezia, quantonque i legati facessero instanzia che, per dare riputazione al negozio, si trattenesse sino che dal pontefice avessero risposta.
     
     
      [Il convento tridentino si dilegua, e 'l papa s'abbocca con Cesare a Busseto per fini privati]
     
      Partito l'ambasciatore cesareo, seguirono i vescovi imperiali, e licenziati gli altri sotto diversi colori, finalmente i legati, dopo esservi stati sette mesi continui senza alcuna cosa fare, furono dal pontefice richiamati. E fu questo il fine di quella congregazione. Dovendo essere Cesare di breve in Italia, partito di Spagna per mare, a fine d'andar in Germania, dissegnava il pontefice d'abboccarsi con lui in qualche luogo, e desiderava che ciò fosse in Bologna: et a questo effetto mandò Pietro Aloisio, suo figliuolo, a Genova ad invitarlo. Ma non volendo l'imperatore uscire di strada, né perdere tempo in viaggio, mandò il cardinale Farnese ad incontrarlo e pregarlo di far la via di Parma, dove il pontefice avesse potuto aspettarlo. Ma poi, essendo difficoltà, come l'imperatore potesse entrare in quella città, il 21 giugno del 1543 si ritrovarono ambedue in Busseto, castello de' Pallavicini, posto sopra la riva del Taro, tra Parma e Piacenza. I fini dell'uno e dell'altro non comportarono che il negozio del concilio e della religione fosse il principale trattato tra loro. Ma l'imperatore, essendo tutto volto a' pensieri contra il re di Francia, procurava di concitargli il papa et avere da lui danari per la guerra.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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