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      Ma di questo, quello che succedesse e che termine avesse la causa si dirà al suo luogo.
     
     
      [Cesare tenta di far condiscendere i protestanti a sottomettersi al concilio]
     
      Tornando a quello che tocca piú prossimo il concilio, furono dall'imperatore fatti diversi tentativi nella dieta, acciò i protestanti condescendessero ad accordare gli aiuti contra i turchi, senza far menzione delle cause della religione: al che perseveravano rispondendo non potere fare risoluzione, se non gli era data sicurezza che la pace si dovesse conservare e che per la convocazione fatta in Trento sotto nome di concilio non s'intendesse venuto il caso della pace finita, secondo il decreto della dieta superiore, ma fosse dichiarato che la pace non potesse esser interrotta, né essi sforzati per qualonque decreti si facessero in Trento: perché a quel concilio non possono sottomettersi, dove il papa, che gli ha già condannati, ha intiero arbitrio. L'imperatore diceva non potergli dare pace che gli essenti dal concilio, all'autorità del quale tutti sono sottoposti; che non averebbe modo di scusarsi appresso agli altri re e prencipi, quando alla sola Germania si concedesse non ubedire al concilio, congregato principalmente per rispetto di lei. Ma se essi pretendevano aver causa, come dicevano, di non sottomettersi, andassero al concilio, rendessero le raggioni perché l'hanno in sospetto; che sarebbono ascoltati, e se allora gli fosse parso essergli fatto torto, averebbono potuto ricusarlo, non essendo pertinente il prevenire et insospettirsi di quello che non appare, e pretendere gravame di cose future, facendo giudicio di quello che ancora non si vede.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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