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      Poco piú d'un secolo è passato, poi che gli interessi fecero nascere tra i vescovi di diverse nazioni qualche competenza; onde le lontane, che de poco numero erano, non volendo sopportare d'essere superate dalle vicine numerose, per pareggiarle tra loro fu necessario che ciascuna si congregasse da sé e per numero de' voti facesse la sua deliberazione, e l'universale definizione fosse stabilita non per voti de' singolari, ma per pluralità de' voti delle nazioni. Cosí fu servato ne concilii di Costanza e Basilea; il che, come è uso molto proprio dove si governa in libertà, quale era allora quando il mondo era senza papa, cosí poco sarebbe stato appropriato in Trento, dove si ricercava concilio soggetto al pontefice. E questa fu la ragione perché i legati in Trento e la corte a Roma facevano cosí gran capitale della forma di procedere e della qualità et autorità della presidenza.
     
     
      [Prelati del concilio esenti delle decime]
     
      Imperò gionta la risposta da Roma, chiamarono la congregazione il dí 5 genaro 1546, nella quale, dopo aver il Monte salutati e benedetti tutti da parte del pontefice, fece leggere il breve sudetto dell'essenzione delle decime. I legati tutti tre fecero come tre encomii, l'uno dopo l'altro, mostrando la buona volontà del pontefice verso le persone de' padri; ma alcuni spagnuoli dissero che questa era una grazia fatta dal papa di maggior danno che beneficio, essendo l'accettarla una confessione che il papa può imponere gravezze alle altre chiese, e che il concilio non ha autorità né di proibirlo, né di essentare quelli che giustamente non doverebbono essere compresi; il che non solo dispiacque a' legati, ma fu anco ributtato da loro con qualche parole mordaci.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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