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      Fra Andrea di Vega franciscano, caminando quasi come mediatore tra queste opinioni, approvò il parere di san Gierolamo, che le qualità dell'interprete non sono spirito profetico o altro divino speciale che gli dia infallibilità, e la sentenza del medesimo santo e di sant'Agostino d'emendare le tradozzioni co' testi della lingua originale; soggiongendo però che a questo non ripugnava il dire insieme che la Chiesa latina abbia per autentica l'edizzione vulgata, perché questo si debbe intendere: che non vi sia errore alcuno in quella che appartiene alla fede et a' costumi, ma non in ogni apice et ogni espressione propria delle voci, essendo impossibile, che tutte le voci d'una lingua siano trasportate in un'altra, senza che v'intervenga ristrizzione et ampliazione de significati o metafora o altra figura. Già la volgata edizione esser stata essaminata da tutta la Chiesa per corso di piú di 1000 anni, e conosciuto che in quella non vi è fallo alcuno nella fede o costumi; et in tal conto è stata dagli antichi concilii usata e tenuta, e però come tale si debbe tenere et approvare, e si potrà dicchiarare l'edizzione vulgata autentica, cioè che si può leggere senza pericolo, non impedendo i piú diligenti di ricorrere a' fonti ebrei e greci, ma ben proibendo tanto numero di translazioni intiere che generano confusione.
     
     
      [Senso et interpretazione della Scrittura]
     
      Intorno l'articolo del senso della Scrittura divina, diede occasione di parlare diversamente la dottrina del già cardinale Gaetano, che insegnò e pratticò egli ancora, cioè di non rifiutare i sensi nuovi, quando quadrino al testo e non sono alieni dagli altri luoghi della Scrittura e dalla dottrina della fede, se ben il torrente de' dottori corresse ad un altro, non avendo la divina Maestà legato il senso della Scrittura a' dottori vecchi; altrimente non resterebbe, né a presenti, né a' posteri, altra facoltà che di scrivere di libro in quaderno, il che da alcuni de' teologi e padri era approvato e da altri oppugnato.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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