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      [L'edizione volgata approvata in congregazione]
     
      Le difficoltà promosse non furono di tanta efficacia che nella congregazione de' padri non fosse con consenso quasi universale approvata l'edizione volgata, avendo fatto potente impressione nell'animo de' prelati quel discorso che i maestri di grammatica si arrogherebbono d'insegnar a' vescovi e teologi. E quantonque alcuni pochi sostentassero che fosse ispediente, attese le raggioni da' teologi considerate, tralasciar quel capo per allora, ma poiché fu risoluto altrimente, posero in considerazione che, approvandola, conveniva anco commandare che sia stampata et emendata, e dovendo questo fare, era necessario formare l'essemplare al quale si dovesse formare l'impressione. Onde di commun concordia furono deputati sei, che attendessero a quella correzzione con accuratezza, acciò si potesse publicare inanzi il fine del concilio, riservandosi d'accrescer il numero, quando, tra quei che di nuovo giongessero, vi fosse persona di buona attitudine per quella opera.
      Ma nel render i voti sopra il quarto articolo, dopo aver detto il cardinale Pacceco che la Scrittura era stata esposta da tanti e cosí eccellenti in bontà e dottrina, che non si poteva sperare d'aggiongere cosa bona di piú, e che le nuove eresie erano tutte nate per nuovi sensi dati alla Scrittura; però che era necessario imbrigliare la petulanza degli ingegni moderni e farla star contenta di lasciarsi reggere dagli antichi e dalla Chiesa, et a chi nascesse qualche spirito singolare, sia costretto tenerlo in sé e non confonder il mondo col publicarlo, concorsero quasi tutti nella medesima opinione.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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