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      Che siano assonti ministri atti al carico, non lo può il vescovo per le licenze de promovendo e per le facoltà che hanno i vescovi titolari, da' quali non gli è stato lasciato manco il ministerio delle ponteficali, e si può in una parola dire che i vescovi non residono perché non hanno che fare, anzi di piú, per non far nascere maggiori inconvenienti, come nati sarebbono per la concorrenza e contenzione co' privilegiati.
      Concluse che, sí come si giudicava necessaria la restituzione della residenza, cosí si trattasse di restituir l'autorità episcopale. Da' vescovi che seguirono questo prelato nel parlare, fu anco seguita l'istessa opinione che fosse necessario commandare la residenza e levare le essenzioni che la impedivano, e furono costretti i legati consentire, che d'ambedue fosse deliberato, che ciascun considerasse e dicesse il parere suo, e deputati padri che formassero il decreto per esser essaminato.
     
     
      [Dispareri intorno all'essamine della grazia]
     
      I deputati a raccogliere gli articoli della giustificazione, avendo ricevuto gli estratti delle proposizioni notate da ciascuno per censurare, non erano intieramente concordi. Una parte di loro voleva che si sciegliessero 4 overo 6 articoli fondamentali della nuova dottrina, e quelli si condannassero, come s'era fatto nella materia del peccato originale, adducendo che conveniva seguire il principiato stile e l'essempio degli antichi concilii, che, dicchiarato l'articolo principale e condannata l'eresia, non discesero mai alle particolari proposizioni, ma dannando i libri degli eretici, con quell'universale comprendevano tutta la dottrina perniciosa; e cosí ricercar il decoro del concilio.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Dispareri