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      Era sostenuta questa seconda openione da' dominicani e francescani insieme; l'altra era difesa dal Marinari con altri aderenti. Non però fu toccato il punto dove versa il cardine della difficoltà: cioè se l'uomo prima è giusto e poi opera le cose giuste, overo operandole divien giusto. In un parere erano tutti concordi, cioè il dire: la fede sola giustifica, essere proposizione di molti sensi, tutti assordi; imperoché Dio anco giustifica et i sacramenti giustificano nel genere di causa a sé conveniente; onde la proposizione patisce quella et altre eccezzioni; cosí la preparazione dell'anima a ricevere la grazia è essa ancora causa nel suo genere, onde la fede non può escludere quella sorte di opere. Però quanto s'aspetta agli articoli che parlano delle opere precedenti la grazia, che Lutero dannò tutte di peccato, i teologi, piú in forma d'invettiva che in altra maniera, gli censurarono per eretici tutti, dannando parimente d'eresia la sentenzia presa in generale, che tutte le opere umane senza la fede sono peccati; avendo per cosa chiara esservi molte azzioni umane indifferenti, né buone né cattive, et essendo anco altre, quali, quantonque non siano grate a Dio, sono però moralmente buone, e queste sono le opere oneste degli infedeli e cristiani peccatori, le quali è repugnanza grandissima chiamar insieme oneste e peccati, massime che in questo numero sono incluse le opere eroiche, tanto lodate dall'antichità.
      Ma il Catarino sostenne che, senza aiuto speciale di Dio, l'uomo non può far alcuna opera, quale si possi chiamare veramente buona, eziandio moralmente, ma solo peccato.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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