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      Il quarto articolo a molti parve sciocco, quali dicevano che libertà s'intende una potestà ad ambidoi i contrarii; però non si poteva dire che vi sia la libertà al male, se non è anco al bene. Ma questi furono fatti riconoscere con avvertirgli che i santi in cielo e gli angeli beati sono liberi alla parte solo del ben, però non era inconveniente che altri potessero essere liberi alla sola parte del fare male.
      Nell'essaminar il quinto e sesto articolo del consenso che il libero arbitrio presta all'inspirazione divina, overo grazia preveniente, non solo i francescani e dominicani furono d'openione diversa, contendendo quelli che, potendo la volontà da sé medesima prepararsi, tanto piú è in sua libertà d'accettar o rifiutare la divina prevenzione, quando Dio gli porge aiuto, inanzi che usi le forze della natura, e negando i dominicani che le opere precedenti la vocazione siano veramente preparatorie e dando perciò sempre il primo luogo a Dio. Fu nondimeno tra essi dominicani contrasto, deffendendo il Soto che, se ben l'uomo non può acquistar la grazia senza l'aiuto di Dio speciale preveniente, nondimeno in certo modo la volontà sempre può contrastarvi e ricusarlo, e, quando lo riceve, è perché presta il suo assenso e cosí vuole; se non si volesse il nostro assenso, non vi sarebbe causa perché tutti non fossero convertiti; perché, secondo l'Apocalipsi, Dio sta sempre alla porta e batte, et è detto de' padri, fatto anco volgare, che Dio dà la grazia ad ogn'uno che la vuole; e perché la Scrittura divina sempre ricerca da noi questo consenso, che il dir altrimente è levar la libertà della volontà e dire che Dio usi violenza.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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