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      Questi dissegni erano subodorati dagli aderenti alla corte, però, attesa l'importanza della cosa, essi ancora facevano animo a' defensori della contraria. I legati giudicavano meglio ovviare al pericolo, mostrando di non accorgersi, et a questo fine mirando, per allora dissero che la materia era difficile et aveva bisogno di maggior essame; perché dove le cose sono controverse tra li stessi catolici non è da venire a decisione che danni una parte, per non far scisma et a fine di non seminare contenzioni, per poter unitamente attendere a condannare i luterani: però ad un'altra sessione era meglio differire la dicchiarazione, quo iure sia debita. Ad alcuni pareva che bastasse rinovare i canoni e decretali vecchi in questa materia, dicendo che sono assai severi, avendo la pena di privazione, et anco raggionevoli, admettendo le legitime scuse; restava trovare via che non fossero concesse dispense, e tanto era bastante. Altri sentivano che era necessario eccitarla con nuove pene et attendere a levare gli impedimenti, che piú importava, poiché, quelli levati, sarebbe la residenza seguita, e poco rilevava di onde l'obligo venisse, purché fosse esseguito; che fatto questo, s'averebbe potuto discutere meglio la materia. Alla maggior parte piacque che si facesse l'un e l'altro; a che consentirono i legati con questo, che delle dispense non si parlasse; ma per far sí che non fossero ricchieste, si levassero gli impedimenti che provengono per le essenzioni; nel che non vi fu meno che dire e che contendere tra quelli che tenevano ogni essenzione per abuso e quelli che l'avevano per necessaria nella Chiesa, reprobando solamente gli eccessi.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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