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      4 Che il battesmo è penitenzia.
      5 Che il battesmo è segno esteriore, come la terra rossa nelle agnelle, e non ha parte nella giustificazione.
      6 Che il battesmo si debbi rinovare.
      7 Il vero battesmo esser la fede, qual crede che i peccati sono rimessi a' penitenti.
      8 Che nel battesmo non è estirpato il peccato, ma solamente non imputato.
      9 Esser la medesma virtú del battesmo di Cristo e di Giovanni.
      10 Che il battesmo di Cristo non ha evacuato quello di Giovanni, ma gli ha aggionto la promessa.
      11 Che nel battesmo la sola immersione è necessaria e gli altri riti usati in esso esser liberi e potersi tralasciare senza peccato.
      12 Che sia meglio tralasciare il battesmo de' putti che battezargli mentre non credono.
      13 Che i putti non debbino essere rebattezati, perché non hanno fede proprii.
      14 Che i battezati in puerizia, arrivati all'età di discrezione, debbono essere rebattezati per non aver creduto.
      15 Che quando i battezati nella infanzia sono venuti in età, si debbono interrogare se vogliono ratificare quel battesmo, e negandolo, debbono esser lasciati in libertà.
      16 Che i peccati commessi dopo il battesmo sono rimessi per la sola memoria e fede d'essere battezato.
      17 Che il voto del battesmo non ha altra condizione che della fede, anzi annulla tutti gli altri voti.
      Della confermazione erano 4 articoli:
      1 Che la confermazione non è sacramento.
      2 Che è instituito da' padri e non ha promessa della grazia di Dio.
      3 Che ora è una cerimonia ociosa, e già era una catechesi quando i putti gionti all'età rendevano conto della sua fede inanzi la Chiesa.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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