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      Però essere meglio lasciare la distinzione alle scole e tralasciare di metterla negl'articoli di fede. A questo repugnava la commune openione, con dire che, quantonque le parole della distinzione fussero nuove e scolastiche, però si doveva credere il significato esser insegnato da Cristo et aversi per tradizione apostolica; e quanto agl'essempii di Cornelio, del ladro e martiri, doversi sapere che sono due sorti di voto del sacramento: uno esplicato, l'altro implicato, e questo secondo almeno esser necessario; cioè che attualmente non avevano il voto, ma l'averebbono avuto, s'avessero saputo; le quali cose erano concesse dagl'altri per vere, ma non obligatorie come articoli di fede. Ma queste difficoltà, dove non potevano convenire, si rimettevano alla sinodo, cioè alla congregazione generale.
      Sí come avvenne anco del terzo articolo; il quale quantonque ognuno avesse per falso, imperoché tutti accordavano che, risguardando la necessità et utilità, il battesmo precede, ma attendendo la significazione, il matrimonio; chi guarda la degnità del ministro, la confermazione; chi la venerazione, l'eucaristia: ma non potendosi dire qual sia piú degno senza distinzione, essere meglio tralasciare afatto l'articolo che non può esser inteso senza sottilità. Un'altra openione era che si dovessero esplicare tutti i rispetti della degnità; una media fu che all'articolo s'aggiongesse la clausula, cioè: secondo diversi rispetti; la qual era piú seguitata, ma con dispiacere di quelli, a chi non poteva piacere che la sinodo s'abbassasse a queste scolasticarie inette, che cosí le chiamavano, e volesse credere che Cristo introducesse queste tenuità d'openioni nella sua fede.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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