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      Che Dio, per Moisè e san Paolo, nel proibir la musarola, intendono che non sia negato l'alimento all'animal affamato, ma non che sia concesso al satollo di riempirsi superfluamente. Che non si può pretendere povertà dell'ordine clericale, avendo non solo competenti, anzi anco abondanti entrate; ma l'abuso esser che i rettori delle chiese non fanno residenza ne' beneficii e pur vogliono per sé tutti i frutti et affittano anco gli incerti a poveri pretucci, i quali sono sforzati a vender tutto per vivere. Doversi piú tosto provedere che tutti risedano nel suo beneficio, che averanno di che vivere et abondare, e non useranno vendere i sacramenti ecclesiastici. E con questa occasione tornavano a dilatarsi sopra la residenza e sopra i beni che sarebbono seguiti dicchiarandola de iure divino. Soggiongendo poi che se pur qualche beneficio curato è tenue, se gli provegga con l'unione d'altri beneficii simplici; e quando non vi sia altro modo, si procuri che il popolo gli dia da viver. Esser meglio e grato a Dio il confessar l'error passato e rimediarlo, piú tosto che difenderlo e perseverare in quello. Et il cardinal del Monte, che del rimanente pareva a tutti poco inclinato a riformazione, in questo nondimeno sentiva vivamente per questa parte, et a quelli che allegavano l'autorità d'Innocenzio III [e] del concilio generale, respondeva che facevano gran torto a quel pontefice et a quei padri ad attribuirgli che difendessero un tanto abuso, e mostravano la loro ignoranza; imperoché leggendo i 3 capi del medesimo concilio, precedenti inanzi, averebbono veduto chiaro l'intenzione, e come quei padri proibirono ogni essazzione, condannando anco la consuetudine in contrario; et in quel capitolo non si approvano le consuetudini di dar alcuna cosa per il ministerio de' sacramenti, ma le altre lecite et oneste introdotte a favor delle chiese, come le decime, primizie, oblazioni solite a farsi all'altare, porzioni canoniche et altre tali lodevoli usanze; allegando che cosí era inteso il capitolo da Bartolo e da Romano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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