Pagina (491/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Al 5°, della pluralità delle chiese minori, la provisione proposta da' legati pare che doverebbe essere bastante; e nondimeno quando circa il passato sia giudicato bene farla piú severamente, Sua Santità se ne rimette, avvertendo che il troppo rigore in questa parte può causare effetto contrario, per la resistenza che si ha da presumere che sarà fatta da quelli che possedono; e considerando insieme che il lasciare semplicemente il giudicio nelle dispensazioni agli ordinarii può esser mal usato e senza partorire altro effetto che accrescer loro autorità.
      Al 6°, di rivocare le unioni a vita, non ostante che la Santità Sua abbia pensiero di farci conveniente provisione, nondimeno, quando si desideri levarle, etiam in tutto, si può concederlo, purché si dia spacio onesto a chi possede i beneficii di poter dispor di quelli.
      Al 7°, che la non residenza de' beneficii curati porti seco precisamente la privazione e che nissun si dispensi, se non in casi dalla legge permessi, è troppo rigore e tale che, quando bene si determinasse, mal si potrebbe osservare.
      All'8°, che chi ha beneficio curato e si trova illiterato o vizioso possa esser privato dall'ordinario, intendendosi di tal inabilitade che de iure lo meriti, questa pena si può concedere, altrimente non è dimanda onesta, perché non sarebbe altro che lasciar il tutto all'arbitrio degl'ordinarii.
      Al 9°, che i beneficii curati non si diano se non per diligente essamine precedente, essendo necessario lasciar il modo e qualità dell'essame alla conscienza di chi ha da conferire i beneficii, pare che l'aggiongere sopra questo altro decreto sia o superfluo, o inutile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Sua Santità Santità Sua