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      Della confermazione i canoni furono tre:
      1 Contra chi dice che è ceremonia oziosa, non sacramento propriamente, overo che già era, affinché i putti dessero conto in publico della loro fede.
      2 Che il dar virtú al cresma sia far ingiuria allo Spirito Santo.
      3 Che ogni semplice sacerdote sia ministro ordinario della confermazione, e non il solo vescovo.
     
     
      [Decreto della riforma]
     
      Fu letto dopo il decreto della riforma, dandogli negl'atti il titolo Canone della residenza, e conteneva in sustanza:
      1 Che nissun sia creato vescovo, se non di legitimo matrimonio, di età matura, scienza di lettere e gravità di costumi.
      2 Che nissun possi ricever o ritener piú vescovati in titolo o commenda, o con qualonque altro nome, e chi al presente ne ha piú, ritenutone uno ad elezione, lascia gli altri fra sei mesi, se sono di libera collazione del papa; altrimenti fra un anno: il che non facendo, s'abbiano per vacanti tutti, eccetto l'ultimo.
      3 Che gli altri beneficii, e massime curati, siano dati a persone degne, che possino essercitar la cura delle anime; altrimente il collatore ordinario sia punito.
      4 Che qualonque per l'avvenire riceverà piú beneficii incompatibili, per via di unione a vita, commenda perpetua o altrimente, o ritenerà i ricevuti contra li canoni resti privato di tutto.
      5 Che agli ordinarii siano mostrate le dispense di quelli che hanno piú beneficii curati o incompatibili, provedendo appresso alla cura d'anime et altri oblighi.
      6 Che le unioni perpetue fatte da 40 anni in qua possino esser revisti dagl'ordinarii come delegati et annullate le indebite e quelle che non sono effettuate o che per l'avvenire s'averanno da fare si presumino surrettizie, se non saranno fatte per cause raggionevoli e con la citazione degli interessati, e dalla Sede apostolica altro non sarà dichiarato.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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