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      Narrò gl'officii fatti con Adriano, Clemente e con l'istesso Paolo per indurgli a convocar il concilio: al quale poiché gli ribelli di Germania ricusavano sottomettersi, indotto dall'istessa pietà, gli ha costretti con le arme all'obedienza; nel che, quantonque il pontefice, per non mostrare di mancar alla publica causa, abbia contribuito certo leggier aiuto di gente, si può dir però che con le sole forze di Cesare una tanta guerra sia ridotta a fine, nella quale, mentre egli era occupato, ecco che la buona opera principiata in Trento fu interrotta con un pernizioso tentativo di trasferir il concilio sotto pretesti non veri, né verisimili, ma solo ad effetto che non sortisse il fine della quiete commune, non ostante che la piú pia e sana parte de' padri s'opponesse e rimanesse nell'istesso luogo; che a questi doverebbe esser dato il nome di concilio, e non a quelli che sono ritirati a Bologna, quali la Santità Sua onora di quel nome per esser aderenti a lei, la volontà de' quali antepone alle preghiere dell'imperatore, di Ferdinando e de' prencipi dell'Imperio, non curando la salute di Germania e la conversione delli sviati, per ridur i quali, poiché si sono contentati di sottomettersi al concilio di Trento, non resterebbe altro che ritornarlo in quella città. Del che essendo da esso ambasciatore per i nomi sopradetti supplicato, ha dato una risposta piena d'arteficii e senza alcun fondamento di raggione: laonde vedendo che le requisizioni evangeliche fatte a 14 e 27 decembre alla Santità Sua da lui, come ambasciatore cesareo, et a 16 genaro in Bologna da altri procuratori della medesima Maestà, delle quali né in l'uno, né in l'altro luogo era stato tenuto conto, allora protestava la partita da Trento e la traslazione del concilio a Bologna esser nulle et illegitime, che introdurranno contenzione nella Chiesa, metteranno la fede catolica e la religione in pericolo, oltre che di presente danno scandalo alla Chiesa e desformano il suo stato; che tutte le rovine, dissidii e scandali che nasceranno, si doveranno imputare a Sua Beatitudine, la qual, ancorché obligata sino al sangue a provedervi, favorisce e fomenta gl'autori.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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