Pagina (560/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fu l'ultimo di giugno il fine della dieta d'Augusta e si publicò il recesso, nel quale promise Cesare che il concilio si sarebbe continuato in Trento e che egli averebbe operato che presto fosse reassonto; il che quando fusse fatto, commandava che tutti gli ecclesiastici vi intervenissero, e quelli della confessione augustana vi andassero con suo salvocondotto, dove tutto sarebbe trattato secondo le Sacre Lettere e la dottrina de' padri, et essi sarebbono uditi.
     
     
      [I prelati germani richieggono l'assistenza de' ministri pontificii. Il papa invia noncii con una bolla]
     
      Il cardinale d'Augusta et altri prelati, gelosi che con questi principii de confessione e riforme fatte e publicate in diete non fusse esclusa di Germania l'autorità del papa, pregarono Cesare che l'invitasse a mandare legato espresso, quale aiutasse l'essecuzione delle cose decretate, allegando che ciò sarebbe un mezo di facilitare grandemente, perché molti, in quali ancora vive il rispetto al pontefice, s'adopereranno piú prontamente vedendo intervenire anco l'autorità sua. L'imperatore, avendo concepito nell'animo che quietandosi i moti della religione, Germania dovesse restar oppressa sotto il suo servizio, abbracciava ogni proposta di facilità, sicuro che averebbe poi ridotto il tutto come gli fosse piacciuto. Fece dar conto al pontefice di tutte le cose fatte per riformazione e l'invitò a mandar uno o piú legati. Il papa mandò immediate il vescovo di Fano, prelato grato all'imperatore, per noncio, con pretesto d'intender meglio la volontà di Sua Maestà intorno la richiesta sua e per proponere la restituzione di Piacenza et il far partire i spagnuoli da Trento: poi, ricevuta la prima risposta dal Fano e posto il negozio in consultazione co' cardinali, presto risolvé non esser sua degnità mandare ministro che fosse essecutore de' decreti imperiali; ma per la raggione che mosse il cardinale d'Augusta, prese un termine medio di mandar noncii, non per quello che l'imperatore dissegnava, ma per conceder grazie et assoluzioni, considerando che questo dovesse far effetti mirabili per sostener l'autorità sua, senza incorrer il pregiudicio d'assentire che altri s'avesse assonto l'autorità che pretendeva non poter convenire salvo che a lui.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Augusta Cesare Trento Sacre Lettere Augusta Germania Cesare Germania Fano Sua Maestà Piacenza Trento Fano Augusta