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      Non servò l'istesso stile Sebastiano elettore di Magonza, che ridotto nel concilio della provincia sua la terza settimana dopo Pasca, fece 48 decreti di dottrina di fede e 56 in materia di riforma. In quei capi della dottrina decisi dal concilio di Trento seguí l'istessa dottrina, negli altri l'opinione piú commune de' scolastici, astenendosi da luoghi fra loro controversi. Fra questi i capi 41 e 42 sono notabili, dove insegna e replica che le imagini non sono proposte per adorarle o prestargli colto alcuno, ma solo per ridur a memoria quello che si debbe adorare; e se in alcun luogo sarà fatto popolar concorso ad alcuna imagine e si vederà che gli uomini gli attribuiscano quasi qualche opinione della divinità, si debbia levar via o reponerne un'altra differente da quella in quantità, acciò il popolo non si persuada a credere che Dio et i santi s'inducano a far quello che gli è dimandato per mezo di quell'imagine e non altrimente. Né di minor avvertenza è degno il 55, dove asserisce che i santi debbono esser onorati, ma con colto di società e dilezzione, come anco possono esser legitimamente onorati i santi uomini in questa vita, se non che piú divotamente si doveranno onorar i santi beati, come quelli che sono in stato piú sicuro: le qual esplicazioni ben considerate mostrano quanto fossero in quei tempi differenti le opinioni de' prelati di Germania catolici da quelle della corte romana e dalla prattica che s'è introdotta dopo il concilio di Trento. E ciascun, preso essempio da questo concilio che ha decretato tanti articoli della religione, potrà certificarsi quanto sia vero quello che tante volte hanno fatto dir i pontefici in Germania: che le cose della religione non si possono trattare in un concilio nazionale.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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