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      Di questo genere esser le radunanze ecclesiastiche e sia quanto si vuol numeroso un concilio, quelle chiese che non sono intervenute non esser obligate, se non gli par di riceverlo. Cosí aver sempre servato l'antichità, che finiti li concilii si mandassero per le chiese non intervenute ad esser confermati, altrimente in quelle non avevano vigore. Il che leggendo Ilario, Atanasio, Teodoreto e Vittorino, che di questo particolare trattano, ogni uno vederà chiaro. Et occorreva alle volte che in qualche chiesa era ricevuta parte de' canoni, tralasciati gl'altri, secondo che giudicava ciascuna convenire alle necessità, costumi et usi proprii. E san Gregorio medesimo cosí testifica che la Chiesa romana non ricevette i canoni del constantinopolitano secondo e dell'efesino primo.
      Gli uomini prudenti, senza considerar le sottilità, dicevano che il re a quel concilio aveva dato una piaga insanabile, poiché non avendo altro fondamento che la carità cristiana e l'assistenza dello Spirito Santo, in nissun tempo sarebbe stato creduto che questo fosse intervenuto in una redozzione, contra la quale un re Cristianissimo e persecutor di tutte le sette, con l'aderenza d'un regno niente macchiato nella religione, avesse protestato in quella forma. Et aggiongevano la medesima esperienza per comprobazione: che i presidenti si ritirassero a consultare con gli ambasciatori dell'imperatore dicevano mostrare chi guidasse il concilio. E quello che piú importa, che, fatta la consulta tra essi cinque, e non communicata con altri, il promotor dicesse: "La santa sinodo riceve le lettere". E quale era quella santa sinodo?


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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