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      L'imperatore, considerando che il re di Francia, per il numero de' cardinali francesi et altri dependenti da quella corona, non era di minor poter di lui nel collegio, et essendovi gionta la parte de' Farnesi lo superava di gran longa, quantonque avesse dalla sua il pontefice, mandò a Roma don Giovanni Manriquez a persuader il pontefice di crear nuovi cardinali per avantaggiare overo pareggiare il numero de' francesi. Al che il pontefice inclinava, ma vedeva però la difficoltà che vi era in un pontificato nuovo et essausto et in tempo de sollevamenti, quando è difficile aver il consenso di tutti i cardinali, et il creargli senza il consenso esser pericoloso. Stava ambiguo se era meglio farne molti in una volta, o pura poco a poco. A questo secondo modo gli pareva che piú facilmente averebbe ottenuto il consenso et i confidenti sarebbono restati in speranza, e che ad una numerosa promozione si sarebbono maggiormente opposti i cardinali e gl'esclusi sarebbono disperati. Restava anco in ambiguità se doveva creare alcuno de' prelati del concilio. A questo lo persuadeva che molti ve n'erano benemeriti e che bisognava tener conto de' tre elettori, e massime del Magontino che vi pensava. Dall'altro canto il mandar al concilio capelli rossi gli pareva cosa invidiosa. Risolse in se stesso non aspettare il Natale, quando tutti vengono fuori con la sua pretensione et i banchi sono pieni di scommesse, ma un giorno sprovistamente venir all'essecuzione, se ben poi non trovò tempo opportuno di creargli se non al Natale.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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