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      Per rimedio di parte di questi e, altri abusi furono formati cinque canoni con un bellissimo proemio: ne' quali si statuiva che monstrandosi il sacramento nell'altare o portandosi per la via, ogni uno debbi ingenocchiarsi e scoprirsi il capo; che in ogni chiesa parochiale si debbe servar il sacramento e rinovarlo ogni 15 giorni, e far arder inanzi a lui giorno e notte una lampada; che sia portato agl'infermi dal sacerdote in abito onorevole e sempre con lume; che i curati insegnino a' suoi popoli la grazia che si riceve in questo sacramento et esseguiscano contra loro le pene del capitolo Omnis utriusque sexus; che gl'ordinarii debbino aver cura dell'essecuzione, castigando i trasgressori con pene arbitrarie, oltra le statuite da Innocenzio III nel capitolo Statuimus, e da Onorio III nel capitolo Sane.
     
     
      [Trattasi di riforma della giurisdizzione episcopale della quale la vera origine e gli abusi sopragiunti sono descritti]
     
      Della riforma fu trattato nel medesimo tempo che si disputava della fede, ma da altre congregazioni nelle quali intervenivano canonisti; le qual trattazioni, per non interromper la materia, ho portato qui tutt'insieme. E perché il proposito fu di riformar la giurisdizzione episcopale, per intelligenza delle cose che si narreranno in questa occasione et in molte altre seguenti, questo luogo ricerca che si parli dell'origine sua e come venuta a tanta potenza sia resa a' prencipi sospetta et a' popoli tremenda.
      Avendo Cristo ordinato agli apostoli la predicazione dell'Evangelo e ministerio de' sacramenti, a loro, anco in persona di tutti i fedeli, lasciò questo principal precetto d'amarsi l'un l'altro e rimettersi le ingiurie, incaricando ciascuno d'intromettersi fra i dissidenti e componergli, e per supremo rimedio dandone la cura al corpo della Chiesa, con promessa che sarebbe sciolto e legato in cielo quello che sciogliesse e legasse in terra, e dal Padre sarebbe conceduto quello che due dimanderanno di commun consenso.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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