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      Che il reo appellante sia tenuto nella seconda instanza produr gl'atti della prima, dovendogli essere dati in termine di 30 giorni senza pagamento. Che il vescovo et il suo vicario generale possi proceder contra ciascuno alla condannazione e deposizione verbale, e possi anco degradar solennemente con l'assistenza di tanti abbati di mitra e pastorali, se ne averą, overo di altre degnitą ecclesiastiche, di quanti vescovi la presenza da' canoni č ricercata. Che il vescovo, come delegato, possi conoscere dell'assoluzione d'ogni inquisito e della remissione della pena d'ogni condannato da lui sommariamente, e costandogli che sia ottenuta con narrar il falso o tacer il vero, non fargliela buona. Che un vescovo non possi esser citato a comparer personalmente, se non per causa per quale meritasse esser deposto o privato, con qual si voglia forma di giudicio si proceda. Che i testimonii in causa criminale contra il vescovo non possino esser ricevuti per informazione, se non con testi e di buona fama, castigandogli gravemente se averanno deposto per affetto, e le cause criminali de' vescovi non possino esser terminate se non dal pontefice.
      Fu dopo di questo publicato un altro decreto, nel quale la sinodo diceva che, desiderando estirpare tutti gl'errori, aveva trattato accuratamente 4 articoli:
      1 Se era necessario alla salute e commandato da Dio che tutti i fedeli ricevessero il sacramento sotto ambedue le specie.
      2 Se meno riceva chi communica con una che con ambedue.
      3 Se la santa Chiesa ha errato communicando con la sola specie del pane i laici et i sacerdoti che non celebrano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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