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      Fu fatta la congregazione per consultar sopra questi particolari e fu facile risolvere la dilazione per gl'officii fatti dagl'imperiali. Del salvocondotto non fu cosí facile la consultazione, non solo per la raggion allegata dal legato, ma anco perché era aborrito il nome del concilio basileense et il rimettersi a quello; e quello che piú importava, stimando che alcune cose potevano convenir a quei tempi e non a questi, perché i boemi avevano dottrina non tanto contraria alla Chiesa romana. Con tutte queste opposizioni l'autorità de' tre elettori, del cardinale Madruccio e l'officio degl'ambasciatori cesarei prevalse.
      Ma da Pietro Tagliavia, arcivescovo di Palermo, fu aggionto che si lasciava di consultare un ponto molto principale: come s'averebbe trattato con gl'ambasciatori, nel dar loro luogo da sedere o no, nell'usar verso loro et i prencipi loro termine d'onore; perché non lo facendo, era romper il negozio, e facendolo era grar pregiudicio onorar eretici manifesti o tenergli in altro conto che de rei. La stessa e maggior considerazione si doveva aver del modo di governarsi co' teologi venturi. Quali pretendono aver voto et al sicuro vorranno esser a parte nelle dispute e consulte, né permetteranno esser tenuti nello stato che la Chiesa debbe, e non può tenergli altrimenti, cioè di eretici, scommunicati e dannati, con quali non è lecito trattare, se non per instruirgli, se umilmente lo ricchiedono, e perdonargli per grazia. Sopra questa proposizione fu assai detto della varietà de' tempi, a quali conviene ch'ogni legge s'accommodi; che i medesimi pontefici che statuirono quelle decretali non le farebbono in queste occasioni: nissuna cosa piú facilmente rompersi che la piú dura.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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