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      Ricevette a grande sua gloria che il primo giorno del suo pontificato entrarono in Roma li 3 ambasciatori inglesi spediti sotto Giulio, come s'è detto, et il primo concistoro dopo la coronazione fu publico: in quello furono introdotti, dove prostrati a' suoi piedi, a nome del regno accusarono i falli passati, narratigli tutti ad uno ad uno, che cosí il papa volle, confessandosi ingrati de infiniti beneficii dalla Chiesa ricevuti e chiedendone umil perdono. Il pontefice gli perdonò, gli levò di terra et abbracciò, et in onor di quei re diede titolo di corona regale all'Ibernia, concedendogli tali degnità per l'autorità che il pontefice ha da Dio, posto sopra tutti i regni, per spiantar li contumaci et edificarne de nuovi. Dagl'uomini di giudicio, che allora non seppero la vera causa di tal azzione, fu riputata una vanità, non vedendosi che profitto, né di potestà, né di onorevolezza sia ad un re l'aver piú titoli nel paese che possede, e vedendosi piú onorato il re Cristianissimo per il solo titolo di re di Francia, che se fosse il suo Stato diviso in tanti titoli regii, quante provincie possede. Né pareva molto opportuno in quei tempi il dire d'aver da Dio autorità d'edificar e spiantar regni. I consapevoli della vera causa non l'ebbero per vanità, anzi per arcano solito da molto tempo usarsi. Enrico VIII, dopo separato dal pontefice, eresse l'Ibernia in regno e si chiamò re d'Anglia, Francia et Ibernia. Questo titolo, continuato da Edoardo, fu assonto anco da Maria e dal marito.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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